Migliaia di annunci di armi softair armi usate, accessori tiro dinamico, pistole a salve e kit pulizia armi

di Fabrizio Bucciarelli

La Machinepistole 40 è una delle pistole mitragliatrici più note dell’ultima guerra, assieme allo Sten britannico, il Grease Gun M3 americano e il Ppsh 41 sovietico. Un’arma robusta ed affidabile, economica e relativamente facile da usare.

L’MP40 deriva dall’MP36, un prototipo interamente realizzato in metallo del quale ci rimangono pochi esemplari. L’embrione della futura pistola mitragliatrice fu realizzato dall’azienda tedesca Erma-Werke, per soddisfare la richiesta del governo tedesco di una nuova arma automatica; successivi miglioramenti portarono all’MP38.
L’esperienza avuta con le diverse migliaia di esemplari di MP38 (in servizio fin dal 1939) usati per l’invasione della Polonia rese infatti necessaria l’introduzione di alcuni cambiamenti: essi riguardarono principalmente la riduzione dei costi di produzione (specialmente tramite l’uso di parti stampate invece che lavorate) ed il miglioramento della sicurezza.
I cambiamenti vennero incorporati in una versione intermedia (MP38/40), concepito  e progettato da Heinrich Vollmer,.ed in seguito nell’iniziale produzione dell’MP40. Durante il corso dell’intera guerra venne realizzato circa un milione di esemplari di tutte queste versioni.
L’MP40 fu spesso chiamato impropriamente “Schmeisser” dagli Alleati, dal nome del presunto progettista Hugo Schmeisser. Nonostante il nome fosse evocativo, Hugo Schmeisser stesso non progettò mai l’MP40, ma collaborò alla realizzazione dell’MP41 (nient’altro che un MP40 con un calcio in legno vecchio stile e l’aggiunta del selettore di fuoco) e dell’MP44. Inoltre, Schmeisser non lavorava per l’Erma, ma per Haenel.
È impossibile determinare il modo in cui Schmeisser sia stato onorato dalla nascita di questa leggenda, ma dev’essere stato ispirante per i soldati: nella lingua tedesca infatti la parola “Schmeisser” descrive qualcuno che colpisce o lancia qualcosa con scarsa precisione, ma con una forza estrema. Schmeisser comunque produsse i caricatori per l’MP40, i quali portando il suo nome impresso, hanno sicuramente contribuito alla diffusione di questo soprannome. Calibro 9 mm Parabellum e caricatore da 32 colpi, questa Sub Machine Gun venne utilizzata ampiamente dall’esercito tedesco e dalle “SS” e anche nel dopoguerra equipaggiò varie forze militari, non ultima le neonate IDF (Israeli Defence Force) mentre le sue ultime apparizioni in un teatro bellico furono nei vari conflitti nell’ex Jugoslavia, tra le mani dei paramilitari delle varie fazioni.

La replica Softair

Questa pregevole ASG elettrica è giunta tra le nostre mani in una scatola di cartone con disegnata la stessa (modello in bakelite marrone e non nera) e il logo AGM; la nostra MP 40 era posizionata all’interno del polistirolo espanso sagomato e decisamente ben protetta. All’interno troviamo la pistola mitragliatrice, corredata di manuale a colori, un bb loader da 90 pallini, un piccolo e inutilissimo sacchetto di questi ultimi, astina pulisci canna, batteria 8,4v 1100mah, un carica batteria e il caricatore non maggiorato da 40 pallini. E’ una robusta e affascinante Full Metal che si fa sentire con il suo peso di circa 3 kg e brandeggiandola si percepisce la sensazione di robustezza e l’assenza di cigolii o giochi. Si differenzia da un altro modello AGM per l’assenza di bachelite marrone sul lato destro e sinistro della cassa, una sorta di materiale plastico primitivo (per la precisione una resina fenolica termoindurente) in un’altra versione di questa pistola mitragliatrice tedesca. L’aspetto estetico è piuttosto curato anche se notiamo alcuni piccoli graffi sull’ organo di mira fissa posteriore, dove la vernice sembra stata asportata denotando forse una non eccezionale resistenza alle sollecitazioni più acuminate.
L’impugnatura a pistola è comoda e ben realizzata, con la guancetta in bakelite nera e una grip a disegno longitudinale, decisamente “Old Style”, ma che permette una salda presa; anche le viti a croce tipiche dell’arma vera sono presenti: unica nota dolente è il selettore di tiro non presente nel modello Real Steel che si può rimuovere tranquillamente stuccando successivamente i fori nella guancetta. La scritta AGM, posta sul lato destro, in colore bianco, è una nota dolente che certo non piacerà agli estimatori del realismo e che si sarebbe certamente potuta evitare, magari lasciandola in colore nero o di dimensioni ridotte. Ma al marketing non si comanda.

Il caricatore, in metallo, da 48 colpi, si posiziona senza problemi nell’apposito alloggiamento e si toglie spingendo il voluminoso pulsate rotondo sulla sinistra dell’arma, appena sopra il caricatore stesso. L’asta di armamento è posta sul lato sinistro e il suo movimento attiva la falsa camera di scatto con relativo falso otturatore nella parte superiore della cassa, da dove si potrà attivare la regolazione Hop Up.

Il calciolo in metallo, anch’esso verniciato di colore nero, è decisamente comodo e antesignano di quello copiato dal compagno Kalashnikov per il suo AK 47, qui ben riprodotto con lo stesso sistema di chiusura e apertura a pulsante.

L’ASG in dettaglio

Se apriamo il nostro AGM MP 40, e ciò vale anche per numerose altre case produttrici Low Cost e non, noteremo che la prima cosa da fare sarà sostituire il grasso “standard” all’interno del Gearbox in metallo e ciò a causa della sua non ottimale qualità, un’operazione semplice grazie anche al sistema che si apre e richiude facilmente e senza intoppi ma senza eccedere nel forzarne le partii.
Gli ingranaggi sono del tipo XYT in acciaio e di buona fattura e lo stesso per lo spessoraggio
Anche il pistone risulta ottimo e monta una testa antivuoto; anche il gruppo aria ha una tenuta perfetta mentre forse l’astina spingi pallino avrebbe potuto essere migliore e più performante.
L’elemento meno soddisfacente risulta il sistema Hop Up, vero fautore della mancata precisione di questa Machinepistole altrimenti performante.
Simile al sistema a “T” dell’ AK 47 Marui style, risulta però realizzato non troppo accuratamente e, forse, con soluzioni macchinose e poco pratiche. L’Inner Barrel, infatti, si innesta nel cilindro ma la camera dell’O-ring è parte integrante di quest’ultimo, con la conseguenza che il proiettile non sempre segue la giusta traiettoria. Un problema cui si pone rimedio con un semplice ed economicissimo piccolo intervento presso un qualsiasi laboratorio specializzato, oppure da soli.

In ogni caso, e citando le parole di presentazione dell’arma vera, questo “Schmeisser”, come per il modello Real Steel a fuoco, non nasce certo con esigenze di particolare precisione bensì di elevato volume di fuoco. Ciò si sottolinea nella raffica, con un ROF (Rateo di Fuoco)  che mediamente si aggira sugli 850 colpi al minuto. Davvero niente male per una SMG di oltre… 70 anni fa.

Feuer! Feuer! Feuer!

Sparare con l’MP 40 AGM è certo molto interessante e divertente ma occorre addestrarsi a farlo, proprio come per l’arma vera da fuoco. Infatti il softgunner deve fare un percorso a ritroso nel tempo, in un epoca dove i soldati non avevano Red Dot, torce tattiche, slitte RIS o Picatinny dove agganciare gli accessori moderni. Non va dimenticato, inoltre, l’impossibilità di regolazione del mirino, ulteriore limitazione a una precisione…istintiva. Il brandeggio di questa pistola mitragliatrice è quindi un po’ anomalo. Evitare di utilizzare la mano disimpegnata direttamente impugnando il caricatore: nonostante sia esteticamente più accattivante, sia nell’arma vera che in quella Softair, a lungo andare si possono creare danni a causa dello sforzo dell’arto sul magazine stesso e la creazione di indesiderati giochi. Errato anche utilizzare questa mano direttamente sulla canna: l’assenza di un copricanna, nell’arma vera, provocherebbe gravi ustioni a causa del suo surriscaldamento durante il ciclo di sparo. Il modo corretto è quello che prevede di utilizzare la mano libera nell’apposito spazio tra l’alloggiamento del caricatore e il castello, in modo da direzionare l’arma al meglio e senza rischi per la stessa.

Questa ASG non è nata per il tiro mirato ma con il calciolo in apertura e appoggio alla spalla si arriva a buone rosate fino a 20 mt. Regolando opportunamente l’Hop Up, e con pallini di una certa qualità e con peso da 0,25, anche sui 25-30 metri le soddisfazioni saranno parecchie ma sempre tenendo conto che, più che al mirino, occorrerà valutare la traiettoria dei pallini che perderanno di efficacia avvicinandosi ai 50 mt.
Sul campo il limite del caricatore standard di soli 40 colpi si è rivelato un grave handicap, come per altre ASG che non hanno in dotazione quelli maggiorati: se però un Reenactors può trovare tutto ciò più realistico, il problema non si pone. In caso contrario ci si dovrà equipaggiare di conseguenza.
Ma le piccole mancanze non intaccano minimamente il fascino di questo bel Full Metal che, come pochi altri, scatena la nostra fantasia e ci riporta alle terribili battaglie nei teatri che videro l’MP 40 protagonista nei titanici eventi militari e storici di quel tempo ormai lontano.

AGM MP40 SOFTAIR – Scheda Tecnica

Costruttore: AGM

Destinazione d’uso: Sub Machine Gun

Cal: 6 mm

Lunghezza: 630/83 mm

Mire: presenti, fisse

Materiali: Metallo, ABS

Magazine:  48 BBs

Peso:  3300 gr.

Hop-up: presente

Didascalie

01- Il caricatore è di tipo standard, in metallo e contiene 48 colpi in cal 6mm.

02- La lunga canna testimonia la tecnologia di quei tempi: nella replica dell’AGM l’MP 40 vanta componenti in metallo decisamente appaganti e curate.

03- L’MP40 con calciolo metallico in posizione di chiusura: si può sparare agevolmente anche in questa condizione.

04- Avrebbe ispirato il signor kalashnikov per il suo AK 47 e nella nostra replica, quando sistemato in apertura, permette un tiro più accurato se posizionato alla spalla.

05- L’organo di mira anteriore e ti tipo a tunnel, non regolabile e realizzato in metallo.

06- 09-Errata posizione di tiro per questo rievocatore tedesco: a lungo andare la presa sul caricatore porta a danni seri nel sistema di inserimento.

07- La tacca di mira posteriore, una specie di diottra non regolabile di estrema rusticità.

08- L’ MP 40 ha partecipato, con oltre un milione di esemplari, a tutte le campagne

tedesche della Seconda Guerra Mondiale. Era impropriamente chiamato “Schmeisser” dagli Alleati.

10- Arretrata la manetta di armamento si apre la falsa finestra di espulsione da dove si accede per regolare il sistema Hop Up.

11- Incapace di un tiro davvero preciso, l’MP40 nella sua versione a fuoco era molto apprezzata per la sua elevata cadenza di fuoco e la sua versatilità.

12- L’arma vera: notare la mancanza di selettore in quanto l’arma sparava solamente in Full Auto a seconda della pressione dell’indice sul grilletto mentre la sicura era interna.

13- L’arma vera a fuoco e, sopra, la cinghia di trasporto in cuoio: è quasi obbligatoria per fornire una valore aggiunto anche alla versione Softair.

14- L’impugnatura a pistola e il gruppo ponticello-grilletto: la mano impegnata trova la posizione ideale in modo naturale e istintivo e risulta piuttosto comoda.

15- Un’alternativa possibile nel brandeggio dell’ MP40: la mano non impegnata afferra saldamente l’area di alloggiamento del caricatore senza sforzare inutilmente quest’ultimo, pena danneggiamenti e giochi.

16- Gearbox aperto e ingranaggi, molla e pistone in bella mostra: tutti decisamente di buona qualità. Quasi obbligatorio il cambio del grasso .

17- La SRC propone questo interessante set di portacaricatori per MP40, replica di quello originale, ideale soprattutto per i Reenactors.

18- Pulsante di sblocco del caricatore: nell’arma vera avrebbe ispirato Michail Kalashnikov per il suo AK47.