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Armi usate HS Precision STR Pro Series

Parecchi gli anni trascorsi da quando è andata diffondendosi anche da noi la pratica del tiro a lunga distanza contagiando inevitabilmente quello di caccia: questa carabina statunitense rimane un emblema della semplicità di impostazione unita  a un’esecuzione estremamente raffinata

Di Emanuele Tabasso

Ancora un’arma importante di alcuni anni fa ci viene sott’occhio quando incontriamo al poligono di Carrù l’amico Mario, prodigo nel cambiar arma scegliendola quasi sempre fra elementi di notevole caratura nel mercato dei fucili usati per destinarla a impieghi venatori particolari, oltre a quelli più normali sui banconi di un impianto di tiro.

Il fucile in esame è un H-S Precision STR: quest’arma viene realizzata da una delle più quotate aziende degli Stati Uniti d’America che hanno fatto della precisione il loro fine ultimo. Abbiamo evidenziato ultimo perché a ben considerare il risultato finale si fonda su una progettazione e un’esecuzione ai massimi livelli tecnologici dove sono garanti dell’operato i sistemi CAD e CAM: si raggiungono così tolleranze minime, funzionalità di ottimo livello e garanzie nella durata dei pezzi sottoposti a controlli radiografici per rilevare la pur minima imperfezione dando la possibilità di scartare il pezzo difettoso. La durata e l’impeccabilità operativa di ogni componente, e quindi del fucile nel suo complesso, sono una garanzia che la H-S Precision è in grado di assicurare compiutamente e i risultati sui bersagli ne sono una certificazione. L’azienda statunitense con sede a Rapid City nel South Dakota dispone di un patrimonio di conoscenze tecnologiche che investe a favore di altri produttori fornendo particolari, ad esempio le calciature, dotate di pregi innegabili come quelle fornite alla Remington per alcuni suoi modelli di notevole levatura. La capacità tecnica viene ancora sottolineata da una duplice richiesta per una carabina di precisione partita da Esercito e Marina degli Stati Uniti d’America: il tema è stato svolto seguendo due vie differenti, in base alle esigenze dei committenti, con uno stesso approdo quanto a precisione e costanza della stessa. L’esemplare di cui disponiamo appartiene a quella Pro Series 2000 Bignami allestita dal fabbricante su specifiche della ben nota azienda di Ora (BZ), agente distributore per l’Italia, di cui sono apprezzate anche al di là dell’Atlantico la conoscenza e la pratica nello specifico settore. Giusto per legare il passato al presente diremo che non molti anni addietro, sempre dalla stessa fonte approvvigionata sul mercato delle armi usate, abbiamo avuto in prova il modello H.T.R. mentre quello attuale è un modello S.T.R. Fra i due le differenze più marcate risiedono nella lunghezza di canna, rispettivamente di 24” e 20” (nominali 61 e 51 cm), e nel peso, comprensivo di basi di attacco dell’ottica che si posiziona su 4.800 e 4.090 grammi.

Castello e otturatore

Definiremmo l’impatto visivo della carabina nel suo insieme come grintoso e operativo: oggi tutto quel che è nero evoca nella mente l’immagine di un qualcosa, o di un qualcuno beninteso, dotato di alte capacità nel suo settore, usualmente militare o lì attorno. La meccanica con un trattamento semiopaco, color fumo di Londra con funzione antiossidante e antigraffio, sposa la calciatura in sintetico dello stesso colore, leggermente più brillante: non sarebbero adeguati un bel pezzo di noce o una classica brunitura d’antan, altri infatti sono gli obiettivi della Casa e come vedremo risultano di spicco e raggiunti con una classe notevole. L’esame poi dei particolari conduce in una direzione ben diversa da quel richiamo al militare che a caccia stona parecchio: l’ambito venatorio o di poligono prevalgono anche sotto questa veste. Iniziando ad esaminare l’insieme che, con termine anglosassone, viene definito come azione troveremo un’impostazione del tutto classica cui si è posto mano con una cura estrema: il castello viene ricavato da un tondino di acciaio legato fresando l’anello e poi il ponte a due diametri chiuso: su entrambi sono praticati i fori filettati per il fissaggio delle basi dell’ottica. La lunghezza è proporzionata alla cartuccia .308 Win. qui adottata: la sezione si presenta tonda anche nei fianchi, fatta eccezione per una spianatura prossima alla finestra di espulsione. Nella parte inferiore si trova il vano per l’alloggiamento del caricatore: il tasto di svincolo sporge all’interno del rebbio anteriore della guardia e il pacchetto estraibile viene realizzato in robusta lamiera imbutita con labbri stondati, suola elevatrice lisciata, molla a W e fondello sagomato, tutto in acciaio. Il castello termina con la codetta integrale dal profilo rastremato e lo scasso sul fianco destro dove si posiziona il manubrio. Passando all’otturatore si osserva un impianto tradizionale con il cilindro di normale sezione da cui sporgono i due tenoni anteriori con profilo conico e corpo di apprezzabile lunghezza; la faccia è marcatamente incassata a maggior supporto del fondello e il foro del percussore appare nitido e preciso. Molta cura è stata dedicata all’unghia dell’estrattore incassata in un recesso sotto all’aletta destra, senza inficiarne la massa resistente, e registrata da una molla interna che appena si intravede: il pezzo in sé non risulta di ampia dimensione e quindi anche il settore di presa è contenuto, ma se ne ricava una sensazione di compattezza e, con l’impiego, una certezza di decisa funzionalità. Spostando lo sguardo  si osserva il manubrio collegato alla propria base ad anello calettata sul cilindro principale: nel profilo è ricavata la camma per l’armamento del percussore. Dimensioni e piegatura del braccetto a sezione tonda insieme alla dimensione della nocca sferica sono quelle piccole attenzioni che consentono una manovra fluida e regolare favorita dai due tenoni: a questo sistema che richiede una rotazione prossima ai 90°va riconosciuto il vantaggio di un gradiente più dolce nell’arretramento del percussore e nella compressione della molla. La finalità dell’arma può decisamente far a meno della velocità di riarmo data da un impianto a tre alette con apertura entro i 60°. Il tappo apicale mostra una forma adeguata alle linee del ponte e a quelle consequenziali dell’anello del manubrio quand’è in chiusura: dal foro posteriore sporge il cilindretto che segnala l’armamento del percussore, eccellente la corsa brevissima, mentre in uno scasso laterale è inserito l’asse della sicura a tre posizioni con tasto cilindrico di comodo azionamento. La manovra è assai pratica anche con ottica montata e con l’arma in punteria, risultando silenziosa e con intervento su scatto, percussore e manubrio. Alla sinistra della codetta del castello è inserita la leva per svincolare l’otturatore a fondo corsa: modestamente ricavata da lamiera tranciata e piegata evidenzia tuttavia una rigatura antiscivolo e una corretta funzionalità.

La canna, lo scatto e il magazzino cartucce

La H-S Precision non è nota soltanto per le eccellenti lavorazioni su castello e otturatore: parimenti si distingue nella produzione di canne con la prerogativa che ogni pezzo è prodotto e montato in azienda seguendo prescrizioni e specifiche predeterminate. Abbiamo accennato poco sopra a un precedente esame di un fucile analogo dove una delle differenze era data dalla lunghezza della canna pari a 24”: qui ci troviamo di fronte a soli 20” e la scelta comporta una compattezza notevole perché 9 cm in meno di tale entità non passano inosservati. La fattura esterna è analoga con una sezione cilindrica rastremata, solcata da marcate scanalature dalla duplice funzione di alleggerimento a pari rigidità e di raffreddamento grazie alla maggior superficie di dissipazione del calore: di buon disegno le bisellature che le raccordano ai tratti cilindrici lisci in culatta e in volata. Un evidente ribasso ad anello protegge l’egresso della rigatura a 6 principi destrorsi ricavata con taglio di utensile seguendo un processo ideato in azienda. Fra i tanti particolari che conducono alla precisione di tiro si trovano la perfetta coassialità fra camera di cartuccia e anima della canna, il giusto spazio di testa, la misura e l’inclinazione della gola dove la palla inizia il viaggio verso il bersaglio. Il montaggio della canna avviene tramite un lungo passo a vite che la fissa stabilmente all’anello: sotto a questo sporge il prisma di scarico delle forze, surdimensionato rispetto alla norma e con superfici di contatto spinte alla massima precisione. Il gruppo di scatto è tutto in acciaio con spessori a lavoro di ampia garanzia per evitare ogni pur minimo accenno di torsione e garantendo quindi la costanza di posizionamento fra i piani di sgancio. Il montaggio sotto al castello va di conseguenza con quello della guardia, sempre in acciaio e dall’ampio ovale per un impiego anche con i guanti. Dallo stesso materiale viene ricavato il grilletto dalla curvatura molto accentuata, funzionale a posizionare il dito nello stesso punto. La taratura di fabbrica può variare fra 1,0 e 1,5 lbs come dire fra 454 e 681 grammi. Tali entità numeriche danno già una congrua idea di quel che ci si trova a maneggiare, ma è solo la prova a fuoco che spinge all’entusiasmo verso un meccanismo di tale fatta: padroneggiabile senza esitazioni, garante di uno sgancio sempre ragionato, nitido e pulito sia in poligono come a caccia, non riserva mai antipatiche sorprese.  

La calciatura

Anche una simile meccanica di comprovata qualità sarebbe inadeguata ad esprimersi compiutamente se non fosse presente una calciatura di pari rilievo tecnico: e la Casa provvede in merito con studi approfonditi e tecnologia costruttiva assai brillante. Il pezzo unico composto dal calcio, impugnatura, fusto e asta è formato da un guscio in materiale sintetico con l’inserimento di una schiuma in poliuretano, fibra di vetro, kevlar e tessuto in fibra di carbonio: in questo composto viene posizionata, tramite un particolare glass bedding, una culla di alluminio ricavata sulle macchine a controllo numerico e dimensionata opportunamente per ogni modello. Le forme esterne sono dettate da quelle corporee del tiratore con la pistola arcuata e con sezione maggiorata alla coccia per mantenere ben ferma la mano, nasello evidenziato dai due sgusci laterali e giustamente alto come il dorso regolabile per mantenere il viso e quindi l’occhio in asse con l’ottica, calciolo ad assorbimento di energia montato su due puntoni per la regolazione in lunghezza tramite una comoda rotella zigrinata. La sezione a prisma del fusto è addolcita dagli spigoli ben arrotondati: l’asta consente uno stabile appoggio sul treppiede o sullo zaino grazie alla base piana e allargata. Due i pioli per l’aggancio della maglietta portacinghia. Il peso qui si rivela davvero funzionale per una duplice destinazione del fucile: ce n’è ampiamente a sufficienza per la stabilità in poligono, non ce n’è troppo per portare ancora il fucile a caccia anche in zone di montagna.

Una breve prova in poligono

La giornata al poligono di Carrù è di quelle stupende per la visibilità successiva a giornate di forte vento, ma il brusco calo della temperatura e il sole creano un’onda di calore e un riverbero che generano nelle rosate almeno un colpo di scarto. Il Leupold VX III 6,5-20×50 Long Range e le ricariche appropriate con palla Hasler Ariete da 138 gr polvere Vihtavuori N133 x 43,2 gr consentono all’amico Mario almeno un pregevole raggruppamento di tre colpi a 300 metri con due fori a pochi mm e il terzo entro i 50 mm: 0,49 di MOA in tali condizioni rappresentano un buon risultato. Sul terreno di caccia, trovando la posizione ben ferma, si può spaziare anche oltre tale misura… sempre senza esagerare e con l’autocontrollo che si impone in simili frangenti, ben sapendo che l’arma farà la sua parte.

A conclusione diremo che un occhio attento al mercato dei fucili usati può scovare eccellenze simili: non si pagano poco, ma il giusto e le soddisfazioni ripagano ampiamente la spesa.

Scheda tecnica HS Precision STR Pro Series

Costruttore: H-SPrecision – Rapid City (South Dakota USA)

Modello: S.T.R. Pro Series 2000 LA – Bignami

Tipo: fucile a canna rigata a ripetizione ordinaria

Calibro: .308 Winchester

Funzionamento: otturatore girevole scorrevole

Castello: blocco in acciaio legato fresato                                                                                        

Otturatore: a due alette anteriori con mortise nell’anello

Canna: lunga cm 51 con 6 righe destrorse, intagliate singolarmente con utensile a raccolta di truciolo

Percussore: lanciato, interno all’otturatore, con molla elicoidale

Alimentazione: pacchetto estraibile da 4 cartucce

Congegno di scatto: diretto con grilletto singolo

Estrattore: a gancio con molla

Espulsore: bottone elastico nella testa dell’otturatore

Linea di mira: non sono previste mire aperte

Ottica: Leupold VX III 6,5-20×50 Long Range

Sicurezza: a tre posizioni con levetta zigrinata nella coda dell’otturatore

Calciatura: in pezzo unico di composito sintetico con armatura metallica e bedding – appoggia guancia e lunghezza regolabili – impugnatura a pistola e sottocanna spianato

Finiture: brunitura opaca e trattamento delle parti meccaniche con resine fluorocarboniche

Peso: g 4.090 g circa senza ottica