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Benelli Ethos: l’interprete della cartuccia 28 Magnum

Da qualche anno molti cacciatori apprezzano i piccoli calibri e la Casa di Urbino si assume la primogenitura nel realizzare un semiauto per la cartuccia 28 Magnum riuscendo a stupire per la validità dell’insieme

di Emanuele Tabasso

Benelli in collaborazione con la Fiocchi ha finalmente tolto dal limbo una cartuccia degna in tutto e per tutto di un’interessata considerazione e lo fa da par suo camerando il  Modello Ethos, tecnicamente all’avanguardia, esteticamente appagante, balisticamente da provare. La premessa di non essere cacciatori votati al semiauto ci pare doverosa perché quel che seguirà non sia visto come frutto di una certa partigianeria, ma pienamente sostenuto e motivato dal gioiellino di meccanica e di balistica che abbiamo avuto fra le mani. L’esame parte dall’impostazione generale.

Benelli ethos l’impostazione tecnica

Il castello in Ergal dalla forma slanciata mostra una ricerca stilistica di notevole valenza dove forme arrotondate si fondono con altre spianate e con angoli che donano un carattere molto personale ed elegante all’insieme. Lo studio prende le mosse da quanto realizzato per il Mod. Raffello con la riduzione delle masse per adattarle esteticamente e tecnicamente alla nuova cartuccia.  Sui fianchi e sulla parte posteriore della calotta un’incisione a minute girali dona un senso di completezza come la finitura chiara satinata di tutte le superfici posta a netto contrasto con la piena brunitura nera della canna e del coperchio mobile del castello. Per procedere all’esame dell’interno occorre innanzitutto verificare che l’arma sia scarica e senza cartucce nel serbatoio lasciando l’otturatore in apertura. Si passa poi a svitare il tappo posto all’apice dell’astina: anche qui la ricerca stilistica con una forma slanciata consequenziale al legno su cui è innestato, si fonde con la funzionalità offrendo alle dita un’ampia superficie e profondi incavi arrotondati per una presa comoda e sicura. Tolto il tappo si sfila l’astina e poi, in successione, la canna di cui colpiscono la snellezza, siamo in presenza di un calibro 28, e il peso ridotto a cui contribuisce l’adozione di una sofisticata bindella in carbonio. L’impiego di questo materiale favorisce la leggerezza e praticamente annulla l’onda di calore sparando parecchie cartucce in rapida successione, come può succedere in pedana o a una posta particolarmente fortunata. Circa a metà della canna è saldato con un’ampia base rettangolare l’anello di giunzione con il resto della meccanica: nell’occhio si inserisce il piolo anteriore fissato al serbatoio tubolare posto sotto alla canna. L’estensione di culatta serve innanzitutto a far battuta con il risalto circolare contro il profilo anteriore del coperchio, successivamente ospita le mortise per le due alette di chiusura, il pistoncino a molla dell’espulsore e, da ultimo nella parte posteriore, il dente di centraggio. Lungo i fianchi interni del castello sono ricavate le guide di scorrimento dell’otturatore, l’elemento davvero caratterizzante dei semiautomatici della Benelli: composto da due pezzi principali, il corpo posteriore cilindrico e la testina anteriore con le due alette di chiusura. I due elementi sono innestati l’uno nell’altro: un piolo e una pista a camme realizzano il movimento di rotazione durante la traslazione in linea. La temporizzazione tra uscita della carica dalla canna e sblocco dell’otturatore è affidata al ben noto sistema inerziale: una tozza molla interposta fra i due elementi assorbe col rinculo parte dell’energia  che restituisce iniziando la retrocessione del portaotturatore e quindi la rotazione della testa con lo svincolo delle alette. Il ciclo prosegue nel moto retrogrado con la fuoriuscita del bossolo spento grazie all’unghia dell’estrattore e il puntone dell’espulsore, la compressione tramite una bielletta della molla di recupero posta nel calcio, l’armamento del cane, mentre con il moto in avanti si avrà il prelievo tramite la cucchiaia di una nuova cartuccia dal serbatoio e la sua cameratura. Lo sparo avviene grazie al gruppo di scatto montato in un telaio incassato nella parte inferiore del castello e comprensivo del ponticello e della guardia: ricavato da uno stampaggio in polimero questo particolare risulta indeformabile e molto robusto grazie anche alle sue linee stilistiche e funzionali con una nervatura centrale di irrigidimento. Nel rebbio posteriore della guardia è inserito il pulsante a traversino della sicura mentre sul fianco destro sporge la lamella cromata e con punto rosso che agisce da interruttore dell’alimentazione (cut-off) e indicatore di cane armato. Il grilletto, con doratura antiossido, risulta pronto e sensibile con circa 1400 g di carico, davvero ottimale per l’impiego venatorio. Dedichiamo la giusta attenzione alla canna, una delle componenti del fucile in cui la tecnologia Benelli mostra i risultati di una ricerca d’avanguardia: la realizzazione vede dapprima la foratura seguita dalla rotomartellatura a freddo per determinare i profili e le diverse sezioni  all’interno. Da ultimo il tocco criogenico con raffreddamento a -164°C cui segue il rinvenimento con gradiente termico e tempistica controllati, uno dei segreti industriali della Casa che viene condensato nel termine Criobarrel. I risultati di durata e la vivacità delle rosate con l’impiego degli strozzatori intercambiabili rientrano nelle peculiarità di tale lavorazione e i risultati si evidenziano sia alla placca che al piattello o sui selvatici: non dimentichiamo che alla placca si conta il numero di piombi giunti a segno su una base piana a due dimensioni, ma sui bersagli in movimento si evidenzia la terza dimensione quindi la lunghezza della colonna dei pallini: se troppo dilatata è facile scarseggiare il selvatico, specie nei traversoni.

Benelli Ethos la calciatura

I due pezzi di cui si compone la calciatura sono ricavati da noce di qualità elevata con pasta molto compatta, vasi perfettamente occlusi segno di pianta matura, venature brune su fondo più chiaro disposte longitudinalmente per un contrasto cromaticamente armonico e tecnicamente funzionale. Nel calcio dalle linee classiche si nota l’inserto in sintetico fra nasello e dorso, per un comodo appoggio della guancia, e il calciolo Progressive Comfort ad assorbimento di energia per ridurre al minimo la sensazione di rinculo, già di per sé contenuto, ma pur sempre avvertibile con la carica da 33 g. L’impianto di recente adozione si adatta ai calci in legno senza influire sull’estetica: anche qui si  apprezza appieno il tocco della Benelli. L’impugnatura a pistola di forma allungata consente la corretta postura per mani di ogni dimensione. L’asta sagomata presenta la sezione inferiore tondeggiante rastremata verso l’alto con scanalature longitudinali: riempie bene il palmo della mano offrendo la giusta presa alle dita per il brandeggio dell’arma. Classico il disegno dello zigrino con cuspidi marcate sì, ma non abrasive, così come si conviene a un lavoro di classe.

Sul terreno di caccia

Un brevissimo ragguaglio della prova condotta a caccia su starne, chuckar, fagiani e pure una minilepre. Stupisce avere fra le mani un peso leggero, son circa 2400 g di massa, così perfettamente bilanciato, dalla calciatura perfetta per la nostra corporatura, con quella cannina sottile marcatamente diversa dall’usuale calibro 12; muove curiosità impiegare in alternanza le cartucce del 28 con bossolo da 70 e poi da 76 mm, con esiti positivi in entrambi i casi poiché volendo si spara con una celerità decisamente migliore che nella norma, sempre riferendoci al calibro tradizionale, e quindi anche la minor grammatura delle cartucce non magnum raggiunge perfettamente lo scopo. Certo con le 28/76 e 33 g di pallini del 7 e del 5 si evidenzia tutta la magia del ritrovato: traversoni sulle diverse pernici anche a buona distanza hanno stupito noi per primi con abbattimenti puliti: ecco dove si fa valere e apprezzare la corretta tridimensionalità della rosata. Concludiamo con una considerazione: cacciamo da molti anni e ancora ci dà soddisfazione impiegare questo o quel fucile per coglierne l’essenza: questo Benelli Ethos in 28 Magnum è stato capace di stupirci e la gioia provata è risultata davvero tanta.

Scheda tecnica

Costruttore: Benelli Armi S.p.a. via della stazione 50, 61029 Urbino (PU) – Tel. +39 0722 3071 – Fax +39 0722 307207 – www.benelli.it

Modello: Raffello Ethos 28 Magnum

Tipo: fucile semiautomatico a canna liscia

Calibro: 28/76

Funzionamento: inerziale

Castello: blocco in ergal fresato

Otturatore: a due alette rotanti anteriori

Canna: lunga 66 cm – 2 strozzatori Criochoke  *** e cyl con chiave   

Percussione: cane con molla elicoidale e percussore flottante interno all’otturatore

Alimentazione: caricatore tubolare metallico da 2 cartucce sottoposto alla canna

Congegno di scatto: del tipo diretto con grilletto singolo montato su blocco in polimero

Estrattore: a unghia con molla interna inserita nella testa dell’otturatore

Espulsore: pistoncino a molla nel fodero di culatta

Linea di mira: bindella ventilata in carbonio, mirino intermedio in ottone e mirino anteriore LPA in fibra ottica (rossa o verde)

Sicura: a due posizioni con pulsante rigato nella guardia – blocca lo scatto

Calciatura: in due pezzi di legno di noce di classe elevata – impugnatura a pistola e sotto canna sagomato – campi di presa con zigrino – calciolo Progressive Comfort

Finiture: brunitura lucida della canna, anodizzazione nera lucida del fodero di culatta, castello con incisioni e finitura chiara satinata

Lunghezza calcio dal grilletto: 360 mm – piega al tallone 55 mm e al nasello 35 mm

Peso: 2.360 g con canna da 65 cm (variazioni in base alle tolleranze dei componenti) 

Didascalie

001 – (apertura)

002 – La linea ricercata e inconfondibile del Benelli Ethos con un’alternanza di superfici piane e ricurve, angoli e diedri che movimentano con eleganza le masse

003 – Sul fianco destro del castello spiccano i due comandi: la manetta cromata per la ritrazione dell’otturatore e il tasto nero per lo svincolo dal fondo corsa

004 – La guardia e il ponticello formano un corpo unico con il gruppo di scatto posto all’interno: le sezioni esterne con incavi tondeggianti o rilievi ad angolo per l’irrigidimento dei rebbi conferiscono un apprezzabile stile estetico e funzionale

005 – A sinistra si osserva il fianco spianato con l’angolo in cui si congiunge il coperchio superiore e prende forma la zona della culatta con l’innesto del calcio.

006 – Nel rebbio posteriore della guardia sporge il pulsante della sicura con bordo rosso, segnale di “fuoco”; sopra è inserita la spina elastica che, insieme a un incastro anteriore, fissa nella propria sede il gruppo di scatto

007 – Parte inferiore con il 28 inciso nel legno dell’asta, la feritoia di caricamento e la cucchiaia di alimentazione in acciaio nervato e con forte cromatura antiossido e favorevole allo scorrimento delle cartucce

008 – Il fucile scomposto nelle sue cinque parti principali: calcio con castello e otturatore, coperchio a calotta, astina, tappo di fissaggio e canna

009 – Sulle guide ricavate all’interno del castello scorre l’otturatore che riporta, spinottata nella parte posteriore, la bielletta di collegamento con la molla di recupero inserita nel calcio

010 – La testa rotante dell’otturatore con le due alette di chiusura a profilo tondo e l’unghia di estrazione con molla interna di contrasto

011 – Interno dell’astina con il rinforzo posteriore in lamierino nero. Il tubo serbatoio fissato al castello e con puntone apicale filettato: accoglie l’anello sottocanna e il complesso viene fermato dal tappo godronato

012 – L’anello saldato sotto alla canna tramite un’ampia flangia rettangolare assicura il vincolo tra i due elementi principali dell’arma

013 – Estensione di culatta della canna dove sono ricavate le mortise per le alette di chiusura: posteriormente sporge il dente di centraggio con la parte verticale del castello. Al centro una cartuccia Fiocchi da 70 mm con 24 g di Pb del 5 fra diverse altre da 76 mm con 33 g di Pb del 7: la P/Max è indicata in 1050 bar

014 – Interno del prolungamento di culatta della canna: sul fondo si osserva il piolo elastico dell’espulsore

015 – L’astina con il tappo di fermo e la bindella in carbonio dotata del mirino intermedio: l’accorgimento favorisce l’accuratezza nella mira, necessaria per piazzare opportunamente la stretta rosata del calibro, obbligatoria per mantenere fino a buona distanza il giusto numero di pallini

016 – La bindella termina con il mirino LPA in traslucido rosso ben visibile su ogni sfondo; elegante il ribasso del profilo nell’ultimo paio di centimetri

017 – Forme classiche e noce di grado elevato per il calcio con impugnatura a pistola: sono evidenti il dorso con l’appoggia guancia nero in sintetico e il calciolo con il sistema interno Progressive Comfort

018 – Anche l’astina mostra soluzioni ricercate nei profili e pur sempre di ottima funzionalità

019 – 020 – (viste intere)