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Blaser BBF 97 7x65R e 1276

Le mode investono anche il campo dei fucili e attualmente i misti sono in declino, specialmente il drilling, mentre mantiene una certa presenza il billing che fra queste armi decisamente specialistiche riesce ancora a sommare alcune caratteristiche favorevoli nella versatilità di impiego e nel peso contenuto

di Emanuele Tabasso

Un tempo In molte zone montane approdare al drilling era un segno di distinzione e di nobiltà venatoria: lo seguiva il fratello minore, il billing, pur sempre versatile, di classe notevole e con il vantaggio di un peso inferiore. Il tre canne vede usualmente le due lisce superiori e la rigata inferiore, quindi in tutto e per tutto una doppietta e una carabina legate insieme. Il due canne è sostanzialmente una carabina con la disponibilità di un colpo a pallini: l’adozione dell’uno o dell’altro prende avvio dalla scelta del cacciatore di insidiare maggiormente l’ungulato e quindi l’impiego della canna rigata, piuttosto che la selvaggina di penna o di pelo a cui indirizzare una sola rosata di pallini dove una seconda cartuccia farebbe sovente la differenza. Nel corso degli anni la predilezione per i tiri sempre più lunghi è andata di pari passo con la specializzazione sempre più accentuata delle armi dove il fucile rigato consente prestazioni ben difficilmente raggiungibili dai misti, unito alle ottiche sempre più sofisticate e agli ausili optoelettronici: non desideriamo esprimere giudizi limitandoci alla mera constatazione della realtà odierna. Comprensibile dunque come certe tipologie di arma siano in desuetudine, il drilling in primo luogo, mentre il billing mantenga un certo richiamo specie per chi abbia la fortuna e il piacere di cacciare in zone ricche di un ampio ventaglio di selvaggina e con regolamenti che consentano nello stesso giorno l’insidia al camosci e alla coturna, giusto per fornire un esempio.

Acquisti favorevoli nei fucili da caccia usati

Nell’ultimo anno almeno due amici che cacciano l’ungulato con classiche carabine, si sono lasciati favorevolmente irretire da altrettanti drilling della Merkel, un caposaldo assoluto della tipologia, offerti sul mercato dell’usato di qualità: uno pressoché nuovo, l’altro con qualche segno di uso limitato all’esterno perché i colpi che si sparano con questi fucili sono sempre pochi. Le quotazioni, proporzionali allo stato, si sono rivelate estremamente favorevoli, a tutto vantaggio ovviamente di chi vede in un pezzo simile di vera e assoluta archibugeria un’entità da porre in rastrelliera e impiegare ogni tanto con quel gusto particolare che tali pezzi storici sottendono. Da parte nostra abbiamo colto al volo per il servizio fotografico un billing della Blaser, un modello BBF 97 di parecchi anni addietro quando la Casa di Isny aveva scombussolato il mercato con le sue innovazioni tecniche tese a rendere le lavorazioni eseguibili su macchine con minimo intervento del personale: i puristi avevano arricciato il naso e inarcato il sopracciglio, ma i risultati balistici e qualche opportuna concessione ai particolari estetici più appariscenti, avevano condotto al successo le innovazioni.

La tecnica

Partiamo dalla giunzione delle canne ottenuta con l’innesto dei due tubi in un monobloc di culatta e saldatura con lega d’argento a basso punto di fusione per non disturbare la struttura molecolare dell’acciaio. Dalla calotta dello stesso monobloc sono ricavati i quattro incavi per il fissaggio dell’ottica, nei fianchi le sedi di scorrimento dei due gambi dell’estrattore manuale monopezzo e un rilievo fisso in funzione di contrasto e spinta e, inferiormente, i tre tenoni di varia misura e funzione che interagiscono con le parti complementari ricavate nella bascula e nella meccanica dell’astina. La novità primaria sta proprio qui con la bascula prismatica in lega leggera in cui si praticano, con spedite lavorazioni a cielo aperto, due mortise per i tenoni ricavati dal monobloc: la prima di misura minore accoglie quello incavato che gioca sul perno di rotazione fissato da due viti Torx; segue uno zoccolo fresato dal pieno, attraversato da una brugola che fissa il coperchio inferiore nel dorso di bascula e funge da appoggio al secondo tenone con l’interposizione di una lamina in acciaio duro. Questa soluzione viene ripresa nella faccia di bascula dove un inserto a profilo, sempre fissato da una brugola e con i fori per il passaggio dei percussori, assorbe il rinculo trasmesso dai fondelli delle cartucce. Viene così garantita la tenuta mentre la chiusura è fornita da un robusto tassello mobile, azionato dalla chiave, che impegna la mortisa praticata nel dorso del tenone stesso. Per chiudere osserviamo il tenoncino anteriore con sede nella meccanica dell’asta dove provvede al tiraggio del fucile, regolabile con apposita vite.

Le canne

Nei billing tradizionali tedeschi e austriaci le due canne sono quasi sempre in demibloc e con le due bindelle laterali saldate: il riscaldamento della canna rigata, usualmente quella inferiore, tende ad allungarla per cui si può contare sulla giusta precisione sparando in rapida successione due colpi, poi il punto battuto sarà sempre alto e magari leggermente deviato dall’asse verticale secondo le tensioni che si generano fra i due tubi. Ora possiamo immaginare come al tradizionale cacciatore tutto ciò possa andar bene: se con il secondo colpo non si abbatte il selvatico è bene lasciarlo per la prossima occasione. Negli ultimi anni il mal di poligono ha contagiato molti e il diametro delle rosate, conseguite per gioco, è una pietra di paragone da mostrare agli amici dopo aver magari concorso in competizioni specifiche per tale tipologia di fucili. La Blaser ha realizzato una giunzione di canne con vincoli meccanici limitati a due punti: in culatta con il monobloc e poi circa alla mezzeria con un marchingegno saldato alla canna liscia grazie a una base ad arco di cerchio e dotato di un foro in cui passa la canna rigata con brugole che la spingono nei due sensi. Si ottiene così la centratura, abbinandola al baricentro della rosata a pallini e impostando l’ottica: non bisogna esagerare con le correzioni altrimenti la pressione sulla canna crea un punto di contrasto sfavorevole poi alla precisione. Magari cambiando cartuccia si arriva allo scopo in maniera più lineare. In volata le parti libere delle due canne poggiano su una coppia di profilati in gomma, una sorta di bindelle sagomate con funzione estetica e di occlusione dello spazio alla sporcizia. Completano l’impianto i due zoccoli a supporto della tacca di mira a U regolabile in deriva sulla base a coda di rondine, e del mirino a prisma regolabile in elevazione con una vite.

Batteria e scatto   

La Casa di Isny è stata un’antesignana dell’Handspannung, la batteria interna che si arma manualmente tramite un tasto a slitta, posto sull’impugnatura, e non con l’apertura delle canne. Intuibile la sicurezza con cui si procede nel cammino mantenendo la cartuccia in camera e la molla del percussore distesa: solo al momento della messa in mira si spinge in avanti il tasto, pronti per lo sparo. Il primo grilletto serve la canna rigata con sensibilità e prontezza notevoli per un peso di circa 600 g, parimenti dicasi per il secondo che aziona la canna liscia dove il peso è opportunamente maggiorato intorno ai 900 g. Va detto che l’impianto richiede una buona dose di attenzione: innanzitutto la batteria va riarmata dopo lo sparo della prima canna per poter disporre della seconda; in seguito se per qualche motivo si desiste dallo sparare, occorre disarmare la batteria prima di riprendere il cammino agendo o sul tasto stesso o sulla chiave aprendo le canne. Intuibile il rischio di procedere con il fucile pronto allo sparo, con un peso di sgancio decisamente basso e senza alcuna forma di sicura.

La calciatura

Blaser ha sempre curato con attenzione la scelta dei legni, ben sapendo come la qualità intervenga sulla risposta allo sparo e sul piacere visivo del compratore. Questo modello è di qualità media e il noce impiegato risulta gradevole per venature e compattezza sommate alle linee di gusto mitteleuropeo. Vediamo quindi il calcio con impugnatura a pistola ben arcuata e coccia appena bombata, nasello evidenziato dalle scalfature laterali, dorso alla bavarese, appoggia guancia elegantemente sagomato e un calciolo in sintetico nero. Nell’asta si evidenzia la sezione prismatica con base piana per un opportuno appoggio allo zaino nel tiro di precisione e una presa ben ferma nel tiro di movimento; l’apice con leggera svasatura, lo schnabel, sottolinea, in forma discreta e non debordante, la classicità delle origini. Completano l’opera la verniciatura a mezzo lucido e il pregevole zigrino scozzese.

Per concludere

Il peso, come già citato, gioca a favore del billing e i 3.200 g, senz’ottica, consentono un porto non affaticante, specie se si considera il ventaglio di possibilità prospettate dall’adozione del calibro 12/76 per la canna liscia e del 7x65R per la rigata. Le grammature di pallini passano comodamente dai 28 ai 56 g, quindi con un raddoppio esatto del peso, anche se sovente una valida cartuccia da 70 mm e con 36 g di carica risolve un sacco di situazioni giocando soprattutto sulla velocità. Quanto alla cartuccia della canna rigata la 7x65R di Brenneke rimane tuttora la soluzione con un maggior ambito di possibilità venatorie nei nostri terreni: precisa, costante, con un una vasta gamma di proiettili, dà usualmente il meglio con pesi fra 9,1 g (140 gr) e 11,2 g (172 gr) grazie a un mantenimento eccellente dell’energia sulla lunga distanza. Dalla nascita dei fucili Blaser e di altri marchi che lo hanno seguito in certe soluzioni e con lavorazioni affidate alle macchine a controllo numerico, si è di fronte a una duplice scelta: o le realizzazioni tradizionali dove l’archibugeria mantiene il suo fascino, oppure l’innovazione progettuale e operativa. In entrambi i casi il momento attuale consente agli appassionati di trovare con discreta facilità sul mercato dell’usato proposte interessanti come qualità e come prezzo. Affidarsi alle proprie conoscenze è utile, ma la fiducia nei bravi armieri è determinante per concludere ottimi acquisti.

Dida

001 – (apertura)

002 – Le diciture aziendali sul fianco sinistro del monobloc evidenziano i due calibri adottati. Nella mezzeria scorre un gambo dell’estrattore mentre inferiormente sporgono da sx a dx il dente di contrasto con il testa croce, il tenone per la rotazione sul perno del gruppo canne e il secondo tenone a contrasto dell’avanzamento dello stesso sotto sparo

003 – Sul fondo della faccia di bascula sporge il tassello di chiusura comandato dalla chiave e nella faccia stessa è riportata una piastra in acciaio duro con i fori per il passaggio dei due percussori; stessa soluzione per il risalto mediano sul fondo dove si realizza il contrasto con il tenone posteriore

004 – Vivo di culatta con le bisellature per i collarini delle cartucce, l’estrattore manuale monopezzo, l’ampia mortisa per accogliere il tassello di chiusura ricavata nella parte posteriore del secondo tenone

005 – Il coperchio del dorso di bascula è un pezzo unico comprensivo del ponticello, in cui sono situati  i due grilletti, e della guardia

006 – Profilo laterale superiore della bascula e la slitta per l’ottica con i due galletti per lo sgancio rapido

007 – In vista il pulsante della chiave di apertura e il tasto a slitta per l’armamento della batteria

008 – I due grilletti cromati hanno una curvatura adeguata ai compiti: specialmente il primo deputato a servire la canna rigata. Ampia la guardia per un uso anche con i guanti

009 – La tacca di mira montata su zoccolo consente la regolazione in deriva grazie alla coda di rondine e al fermo di una vite anteriore

010 – La volata delle due canne accuratamente finita è separata da un profilato in gomma che consente gli scorrimenti longitudinali e impedisce allo sporco di infilarsi nel vano. Il mirino a prisma si regola in elevazione grazie a una vite e al movimento pivotante

011 – Il blocchetto microfuso posto circa a metà delle canne svolge diverse funzioni: consente lo scorrimento della canna inferiore per la dilatazione da riscaldamento e la regolazione al tiro con le brugole di contrasto supportando inoltre la maglietta porta cinghia anteriore e l’astina

012 – Interno dell’astina dove sono poste le regolazioni per il tiraggio del fucile e il giusto contrasto con il dente di tenuta

013 – Il calcio cattura l’attenzione per il bel noce impiegato e per le forme classiche mitteleuropee che ne caratterizzano lo stile

014 – Meno felice quanto a linea l’astina con marcata sezione a prisma: non di meno la funzionalità è ottimale nel tiro in appoggio e in quello a braccio sciolto