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E. J. Churchill una magnifica doppietta del passato pronta per il futuro

 

Della prestigiosa Casa inglese si è portati a ricordare le doppiette di Robert e in special modo quelle con le canna da XXV pollici dei primi decenni del secolo scorso: qui presentiamo un esemplare realizzato dal fondatore Edwin J. con un nuovo paio di canne e la documentazione dell’azienda

di Emanuele Tabasso

Grazie alla disponibilità dell’amico Paolo Silvano dell’Armeria Berrone in Alessandria abbiamo potuto visionare un fucile usato che rientra a pieno titolo nella ristretta cerchia delle doppiette fini. Churchill rappresenta uno dei nomi più importanti nel panorama britannico, soprattutto delle canne lisce e l’apporto tecnico vede soluzioni interessanti  fra cui una spicca in modo particolare: l’accorciamento delle canne con la dimostrazione pratica secondo cui giocando con foratura e strozzature non si hanno menomazioni nei tiri lunghi rispetto alle misure di canne allora in uso. Saltare dagli esteticamente stupendi 30” (76 cm) o 28” (71cm) a 25” (63,5 cm) è un bel balzo e certo per l’occhio aduso alle dimensioni consolidate la tarpatura può apparire persino urticante: poi ci si comincia a dar d’attorno per scoprire qualcosa che sulle prime non appare. Si imbraccia la doppietta apprezzandone la maneggevolezza assicurata dalle ridotte dimensioni e dal peso contenuto insieme all’eccellente bilanciatura che rendono il fucile svelto alla spalla e all’occhio come pochi altri. Però che strano, posando l’occhio sulla linea di mira questa pare allungarsi ben di più di quanto dicano i centimetri delle canne: anche qui una raffinatezza di forme inganna la vista. Il gioco è garantito dai primi centimetri della bindella di larghezza standard cui segue un restringimento marcato in raccordo all’estensione totale di sezione assai limitata e con gradiente quasi inavvertibile di rastremazione: grazie all’effetto ottico pare di aver a che fare con una bindella assai più lunga del reale e tanto basta quale aiuto nel prender la mira o nell’indirizzare la stoccata. 

Prima del XXV pollici

L’esemplare che si osserva nelle immagini a corredo del brano è un raffinato predecessore dei modelli che abbiamo descritto, giusto per inquadrare nella memoria la storica firma inglese. Il valore dell’arma è fortemente implementato non solo dal disporre della cassetta originale con tanto di etichetta, già di per sé un pezzo da tenere in elevata considerazione, ma la giusta ambizione del collezionista viene gratificata dalla lettera del novembre 1988 con cui la Casa fornisce specifiche notizie al sagace possessore che dimora all’epoca in quel di Portofino (GE): pares cum paribus facillime congregantur ci vien da soggiungere e perdonateci la citazione latina e non inglese come più in uso al giorno d’oggi. La bellezza della doppietta non abbisogna di molte descrizioni e basta soffermare lo sguardo sulle cartelle degli acciarini dalle stupende proporzioni nelle dimensioni e nelle curve di raccordo, sulle linee di bascula con particolare attenzione ai seni, caratteristici di Churchill nella loro compressione e contenutezza di volumi, appena bordati da un filetto tanto esiguo quanto raffinato. In proporzioni adeguate e in forma di cordoncini ritroviamo gli ispessimenti laterali del dorso di bascula: belli, evidenti, ben aggettanti, ma sempre serrati nella loro austera sezione tondeggiante che non si dilata mai in forma di nastro. Unico punto un poco duro al nostro occhio la curva di raccordo fra la tavola e il dorso stesso che segue una curvatura a doppio raggio anziché la classica a tutto sesto: ma è questione di gusti.

La lettera della Casa al possessore del fucile

In data 8 novembre 1988 Sir D. A. Masters scrive per conto della ditta E. J. Churchill al Sig. Emiliani alcune note a seguito dei lavori eseguiti sull’arma. Viene precisata innanzitutto l’originalità della doppietta in calibro 12 realizzata dal fondatore dell’azienda nel 1896. Si conferma inoltre come nel marzo 1988 dalla stessa Casa siano state realizzate e montate le nuove canne con queste caratteristiche: lunghezza 27” (68,5 cm), strozzature ½ a destra e ¾ a sinistra, camere da 2 e ¾” (70 mm). Il fucile è stato ribancato presso la London Proof House. Facciamo due conti osservando come dalla prima consegna al rifacimento delle canne siano trascorsi 92 anni e altri 34 da quella seconda tappa ad ora, quindi un totale di 126 anni. Le canne originali sono naturalmente in damasco, ci pare un otto bacchette con le caratteristiche rosette molto serrate, segno di vergelle di piccola sezione e di raffinata fattura; la bindella è ancora concava, con magnifica ombreggiatura, e sviluppo classico leggermente rastremato. Le nuove canne in acciaio, sempre prodotte nello stabilimento aziendale di Dorking nel Surrey, pur superando di due pollici la misura emblematica della Casa, non mancano della bindella dalla caratteristica forma, con un’ombreggiatura toilée ottenuta con lima di spigolo e al traverso di impareggiabile funzione ed eleganza. Il ripasso nella dimora d’origine ha investito con cura e attenzione anche la calciatura in quel noce dal fondo aranciato percorso da contenute fiammature brune che, quasi certamente, parla francese e specificatamente con accento della Dordogna. Immancabile poi il calciolo in gomma rossa. A conclusione possiamo sottolineare come certi manufatti conservino, se mantenuti adeguatamente, una vita operativa valutabile in generazioni, qui supportati dall’adeguamento all’evolversi della metallurgia. Per il resto siamo certi che in una caccia con il cane, setter o pointer di lì non si scappa, questo fucile sia degno di un Re e parimenti di qualsiasi Cacciatore, sì ma con C maiuscola.

Didascalia

001 – La vista intera della doppietta di E. J. Churchill

002 – Le magnifiche canne in damasco otto bacchette riportano ben nitide le diciture aziendali incise nel classico corsivo inglese. Raffinata, come d’obbligo, la bindella concava rastremata e ombreggiata nello stile dell’epoca

003 – Un’occhiata alla valigetta originale dove spicca la culatta delle canne originali in mezzo alla dotazione di pulizia e con le due finte cartucce scarica acciarini

004 – Una vista della bascula, della cartella dell’acciarino sx, dell’astina elegantemente arrotondata e rastremata, della guardia con i due grilletti

005 – I seni tondi e compressi, appena sottolineati da un minuscolo filetto sono una caratteristica di Churchill

006 – La bascula vista dall’alto con le nuove canne montate: spiccano i seni e la loro minuscola bordatura, l’innesto della bindella con l’immediata riduzione di ampiezza mutuata dal Modello XXV, la chiave con l’occhio e la vite di fissaggio a spacco sottile, i due ordini di ampiezza della codetta superiore su cui è inserito il tasto della sicura

007 – La dicitura aziendale del settore specifico della Churchill che ha provveduto alla fornitura delle nuove canne

008 – L’estensione della bindella di puro stile Churchill: ampia nei primissimi centimetri e poi decisamente sottile e rastremata

009 – Il documento che ha accompagnato il fucile dopo il montaggio delle nuove canne: da solo è un pezzo di pregevole valore storico

010 – Un colpo d’occhio sull’incassatura delle cartelle nella testa del calcio dove spiccano le cornici e le gocce di splendida fattura

011 – Il dorso di bascula presenta, nonostante l’anno in cui fu costruita, caratteristiche decisamente moderne con la parte anteriore già decisamente larga. Raffinati i cordoni a sezione tondeggiante, il monogramma di E. J. Churchill, il prolungamento del ponticello con l’incastro nel dorso

012 – Di pregio la guardia con incisione su brunito e il suo prolungamento nel guardamano che segue la curvatura dell’impugnatura a mezza pistola

013 – Il calcio in noce dalla tinta arancio con venature brune fa pensare a un ciocco proveniente dalla Dordogna

014 – La classica chiusura detta doppia Purdey: un fermo prolungato ha lasciato un leggero segno di olio secco sul fianco del tenone posteriore