Le armi ad aria compressa hanno avuto un duplice sviluppo con soluzioni tecniche estremamente raffinate volte al tiro agonistico e a quello ludico o di campagna dov’è compresa la caccia
di Emanuele Tabasso
Nel settore delle armi usate capita di imbattersi in pezzi non comuni e fra questi possiamo senz’altro includere la Steyr Modello 110 LG, sigla che sta per Luft Gewehr, cioè fucile ad aria, sottinteso compressa. Questo particolare comparto armiero segue due filoni tecnici e di impiego: il primo tutto proteso alla ricerca della perfezione per garantire agli agonisti il “10”, magari la mouche, con sofisticazioni inimmaginabili per la precisione assoluta,mentre il secondo vede nel tiro di campagna il suo terreno di elezione, quindi precisione senz’altro, ma unita alla potenza che sovente non va proprio in perfetto accordo con il primo elemento. Un giusto equilibrio dei due fattori porta a soddisfare entrambe le esigenze e così le migliori realizzazioni vengono offerte sul mercato con un discreto ventaglio di calibri: siamo ancora portati ad associare mentalmente l’aria compressa con i pallini diabolo da 4,5 mm, ma un’occhiata ai cataloghi o alle esposizioni delle fiere di settore mostra ben altro. Oggi le canneCilindro metallico di diversa lunghezza e calibro, deputato ... Leggi rigate per l’aria compressa vanno dal 4,5 al 5,5, al 6,35, al 7,62 mm, che in termini anglosassoni si leggono .177” – .22” – .25” – .308” e anche ben oltre arrivando negli USA anche al 12,7 mm il famoso “mezzo pollice” o .50”: la potenza del flusso d’aria viene garantita usualmente da una bombola precaricata a pressioni eccezionali unendo l’entità del flusso per accelerare i pallini sempre più pesanti. Proponiamo il paragone di quanto fornisce un motore endotermico tra potenza e coppia. Da noi la limitazione all’impiego è pesante relegando questi pezzi particolari dell’industria armiera a un uso che sfrutta in modo minimale le potenzialità del mezzo: in altre nazioni di vedute ben diverse da quelle dei nostri legislatori si adotta con successo la terna su cui si basa un fucile come questo Steyr per cacciare soprattutto nocivi e uccelli invasivi come storni, colombi e corvidi ad esempio: i tre elementi sono proprio la precisione e la potenza anche a distanza considerevole, cui si associa la silenziosità. Sarà capitato a molti di osservare un filmato, se ben ricordiamo girato nel Regno Unito, dove un bravo tiratore munito di una di tali carabine e ottica adeguata con millimetrico correttore della parallasse, colpiva con precisione chirurgica, uno dopo l’altro, una sfilza di storni posati su un cavo sospeso: curiosa e interessante sotto al profilo etologico la noncuranza del vicino di posatoio all’abbattimento del compagno. Da noi tutto ciò è vietato, quindi ci si contenta di sparare in poligono prendendo i 50 m come distanza adeguata e magari ponendo il bersaglio su di una tavoletta in legno per verificare il lavoro dei 40 J di potenza di cui questa Steyr è accreditata. Per alcuni più fortunati si trovano oramai dei campi di tiro allestiti per il cosiddetto Percorso di Caccia, ma purtroppo nei nostri paraggi non ne sono ancora apparsi: speriamo in un prossimo futuro perché tale pratica offre un appagante divertimento con un notevole impegno e, in definitiva, con una spesa alquanto modesta se si considera il costo del munizionamento. Quello per l’acquisto dell’arma, per contro, incide parecchio sulle proprie finanze, ma per una volta sola…





Vista da vicino
Questa Steyr è stata acquistata nuova nel 2013 e oggi altre versioni si sono aggiunte per cui sul mercato dell’usato si potrà trovare qualche esemplare di tale modello con cui divertirsi assai in poligono. Lo stile è decisamente moderno, anzi futuristico con una calciatura ricavata da stampaggio in polimero nero. La parte posteriore comprende l’impugnatura a pistola con ampia feritoia per la mano passante che rivela uno studio ergonomico attento proprio per la postura della mano e poi del dito che aziona il grilletto; un ampio incavo nella linea inferiore consente l’impiego del cuscinetto di appoggio mantenendo il livello della guancia complanare con l’ottica. Sopra al calcio è fissata, tramite l’interposizione di un pezzo sagomato, la seconda parte della calciatura che funge da culatta per arretramento dell’otturatore e, nella porzione anteriore, da supporto guida per la canna: su entrambe queste propaggini si trovano le guide per il montaggio dell’ottica. Nel fusto allungato, sotto alla canna, è posizionato il tubo serbatoio per l’aria compressa. L’impiego parte dalla carica di propellente da eseguire con una bombola o una specifica pompa: un manometro posto all’apice e ben visibile anche quando il serbatoio è montato, indica chiaramente il valore pressorio del complesso. Disponendo del valore necessario, campi colorati in rosso e in verde forniscono le indicazioni dovute, si può partire a scegliere il pallino adatto: oggi c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma l’oculato utilizzatore predisporrà di una congrua diversificazione per porre a confronto gli esiti. Addivenuti alla determinazione del proiettile si parte con i tiri tesi a comporre una decente rosata.





Il funzionamento
Azionando la manetta snodata posta sul fianco destro si arretra il cilindretto otturatore scoprendo il vivo di volata della canna in cui si inserisce manualmente il pallino: curioso notare la guarnizione elastica rotonda, posta sul fondo della culla, che assicura la tenuta del passaggio dell’aria che compie un’inversione a U con due gomiti a 90°. Il flusso giunge dal serbatoio, un primo angolo lo porta ad attraversare la guarnizione finendo nell’otturatore e di qui, con altro angolo a trovare la via di uscita attraverso la canna, sospingendo il pallino. Lo scatto si avvale di un grilletto sensibilissimo, regolabile nella posizione e nella grammatura di rilascio indicata fra i 50 e i 250 grammi: non c’è che dire, davvero un congegno ammirevole e perfettamente gestibile anche nel minor peso di scatto, ovviamente da chi abbia dimestichezza con questi congegni di precisione.
La ripetizione è colpo su colpo, ma oggigiorno la stessa Steyr offre modelli con il piccolo caricatore da 5 colpi e quindi a ripetizione ordinaria azionando di volta in volta soltanto la manetta e, da ultimo, anche con il semiautomatismo.



La prova e la conclusione
Il bersaglio che presentiamo è stato ottenuto sparando al TSNAcronimo di Tiro a Segno Nazionale. Si indica generalmente u... Leggi di Chieri (TO) sulla distanza dei 50 metri, arma in appoggio anteriore e posteriore: non abbiamo operato correzioni alla valida ottica Burris E1 Fullfield 4,5-14×50 dotata di correttore della parallasse, in quanto tarata sull’occhio del proprietario. La concentrazione della rosata di cinque colpi è comunque quello che conta in una prova come la nostra: gli scatti da ¼ di MOA (circa 7 mm a 100 m) avrebbero consentito una rapida messa a zero dei colpi.
Se solo fosse possibile una certa qual forma di caccia con queste armi la loro diffusione sarebbe assai favorita, ma il timore, anzi meglio la paura del legislatore sull’uso improprio da parte dei bracconieri (paura perché si conosce bene la realtà, purtroppo) ferma anche le persone oneste. L’auspicio sta nella diffusione dei campi del Percorso di Caccia dove si estrinsecano al meglio le doti davvero eccezionali di questo prodotto della formidabile Casa austriaca sempre ai vertici e sempre al passo con i tempi.
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Scheda tecnica
Casa costruttrice: Steyr Sport AG – Austria
Modello: LG 110 Challenge Hunting
Tipologia: fucile ad aria precompressa
Lunghezza totale: 1030 mm
Altezza: 170/180 mm
Canna: lunghezza 550 mm
Diametro canna: 16 mm
CalibroIndica la misura del diametro interno della canna, se la can... Leggi: 5,5 mm
Peso: 2900 g
Scatto: meccanico
Peso scatto: regolabile fra 50 e 250 g
E/0 regolabile fra: 16/24/40 J
Propellente: aria
Bombole: 1
Dida
001 – (apertura)
002 – Vista della parte centrale sinistra dell’arma: il fusto preformato in sintetico funge da supporto alla canna, all’otturatore e all’ottica
003 – L’ottica Burris Fullfield E1 4,5-14×50 si adatta perfettamente all’impiego sulla Steyr LG 110
004 – La parte anteriore della calciatura è attraversata dalla canna e dal tubo serbatoio dell’aria compressa
005 – All’apice del tubo serbatoio si trova il manometro per il controllo della pressione
006 – Il calcio è applicato al supporto intermedio che funge anche da sostegno per il gruppo di scatto. La trabeazione consente una corretta postura della mano e quindi del dito che aziona il grilletto
007 – Sui tamburi di regolazione dell’ottica è riportato il valore del click pari a ¼ di MOA e il verso del punto di impatto
008 – Il grilletto consente le regolazioni in ogni verso trovando la posizione ottimale per il tiratore
009 – La vista sinistra del fucile con la manetta di armamento in posizione di riposo
010 – La manetta di armamento in posizione retratta quindi con otturatore arretrato
011 – Con la manetta in posizione arretrata si scopre il vivo di culatta della canna e la guarnizione orizzontale cui è demandato il compito di indirizzare il flusso d’aria dal serbatoio all’otturatore e di qui alla canna
012 – Il vivo di culatta della canna mostra il profondo incavo per accogliere la testa dell’otturatore: il complesso è garante della tenuta della pressione che fornisce la spinta al pallino
013 – Il nostro bersaglio ottenuto sparando 5 colpi a 50 metri