La Sabatti ha inaugurato la propria sala espositiva di Sarezzo con la presentazione della Nuova Rover proposta da subito in diversi interessanti allestimenti
di Emanuele Tabasso
A metà novembre, la Sabatti ha presentato la Nuova Rover mantenendo la denominazione di quel fucile a canna rigata che ha avviato, circa quarant’anni fa, la firma gardonese sul mercato specifico, inizialmente riservato alla caccia poi magnificamente dilagato nel settore del tiro dov’è diventata una stella di prima grandezza. Proseguire con lo stesso nome è di buon auspicio visto il successo che è stato tributato dal mercato alla precedente realizzazione: in compenso e come da tradizioni dell’azienda molto è cambiato nella sostanza e nell’aspetto perché entrambi i fattori si sono adeguati alle esigenze oggi in vigore. Fra le dieci soluzioni possibili abbiamo avuto modo di provare una Hunter che ci è stata consegna con calciatura in sintetico nero, ma insieme abbiamo quella in noce che, al momento opportuno, proveremo senz’altro.
Gli obiettivi della Nuova Rover
L’evoluzione e l’affinamento dei modi di cacciare e quindi dei cacciatori stessi vede oggi come fattori primari di una canna lunga rigata la precisione intrinseca seguita dalla leggerezza: la fattura quindi della canna e il suo congiungimento all’azione seguiti dalla sistemazione della meccanica nella calciatura. C’è già parecchio da lavorare su tali elementi insieme alla scelta dei materiali. La rotomartellatura delle canneCilindro metallico di diversa lunghezza e calibro, deputato ... Leggi è oramai un assodato patrimonio aziendale da quando parecchi decenni addietro l’Ing. Emanuele Sabatti decise con molto acume e notevole coraggio di intraprendere la nuova via, allora molto distante dagli usi della Val Trompia. L’acquisto della prima macchina per la rigatura segnò la svolta: ai fucili tradizionali a canna liscia si sarebbe affiancata la prima carabina. Insieme si stava elevando un’altra azienda metallurgica, collegata alla Sabatti, specializzata nella microfusione: anche qui il veder lungo aiuta e l’azienda sfidò i pregiudizi allora in voga costruendo il castello della sua carabina con tale metodo. Non stiamo a spiegare i vantaggi tecnici, dicendo soltanto che così, a costi molto contenuti, si poteva proporre il fucile a prezzo interessante e concorrenziale disponendo della doppia misura dell’ azione cui le grosse aziende, soprattutto statunitensi, accedono con prassi operative classiche, fidando nei grossi numeri di vendita. Molto apprezzabile nella Sabatti la voglia di provare soluzioni nuove, senza mantenersi ancorati a quello che fino a poco prima è stato di successo: così il tutto acciaio è stato accantonato per accedere al castello in Ergal 7075, la lega di alluminio aeronautico, leggera e robusta, perfettamente adeguata alla bisogna. Oggi il cacciatore desidera un’arma di peso ridotto perché l’ottica provvederà ad appesantirla di suo: anche qui i vecchi cannocchiali 4×32 o 6×42 sono uno sfocato ricordo e il minimo sindacale vede un variabile 3-12×50 quando non si accede ad ingrandimenti ben superiori con un obiettivo da 56 mm. A questo si aggiungano il lungo e il telemetro, se già non è compreso nel binocolo che completa la dotazione. Come si può verificare il comparto ottico ormai grava ben di più del fucile, e solo contenendo la massa dell’arma il complesso da caricarsi a spalla rimane entro limiti ponderali accettabili per camminare svelti in montagna. Quanto alla tecnica sembra tutto normale osservando il castello lavorato su macchine a controllo numerico: anello e ponte chiuso con fianchi di buon spessore e l’accorta operazione di ricavare dal blocco dei due elementi apicali gli spezzoni di slitta Picatinny perfettamente centrati con l’asse del fucile. A questo va notato un elemento non usuale: nell’anello viene inserito un cilindro in acciaio forato assialmente in cui si posiziona la culatta della canna. Il bloccaggio del complesso avviene con due brugole poste attraverso l’estensione inferiore dell’anello stesso che funge, in tal modo, anche da prisma di scarico delle forze. Il cambio canna non avrà poi necessità di regolazione dello spazio di testa, già predeterminato nella lavorazione. La combinazione tra Ergal e acciaio, dove quest’ultimo assorbe l’energia dello sparo, potrebbe dar luogo a criccature con pericolosa proiezione di frammenti: la struttura è di ampia garanzia, ma si son viste azioni inconsulte da parte di alcuni utilizzatori a cui è bene porre un preventivo rimedio. La padronanza del trattamento dei metalli è un vanto della Sabatti così questo particolare subisce un processo termochimico di forte indurimento superficiale mentre all’interno l’acciaio conserva una tenacità in grado di assorbire i forti contrasti senza frantumarsi, magari subendo una deformazione che sarà comunque plastica e ben visibile senza dar luogo a incidenti. Passando all’otturatore si apprezza il dimensionamento del cilindro da cui vengono ricavati a ribasso i tre tenoni in testa mentre le mortise relative sono fresate nell’anello di acciaio. La faccia è incassata per sostenere la cartuccia, nitido il foro del percussore affiancato dal nottolino elastico per l’espulsore; l’ unghia di estrazione a blocchetto viene inserita ortogonalmente in una delle alette. Il manubrio viene incastrato nel cilindro e il percussore funge da elemento di bloccaggio. Sul fianco sinistro del castello troviamo la levetta a bilanciere per l’estrazione dell’otturatore a fondo corsa mentre sul fianco opposto sporge, dietro allo scasso per il braccetto del manubrio, la leva della sicura: due posizioni con blocco totale, percussore, scatto e apertura, silenziosa e comoda quando si è già in punteria. Pare sia già allo studio una a tre posizioni per andar a pari con diversi concorrenti e con migliore funzionalità.





Canna, scatto e caricatore
La canna da 61 cm si presenta snella, sempre alla ricerca di coniugare peso e rendimento balistico: quattro i principi destrorsi della rigatura con passo di 1:12” che stabilizzano in modo ottimale proiettili di medio peso fra i 150 e i 168 gr. Al vivo di volata si trova una filettatura, coperta da una flangia, utile per applicare un freno di bocca di cui l’azienda dispone di ben cinque tipi, o un soppressore di suono dove ne sia previsto l’uso. Si evitano le mire metalliche per abbassare il posizionamento del cannocchiale minimizzando l’effetto di torsione in un’imbracciatura non perfetta.
Lo scatto diretto di Sabatti è decisamente apprezzabile per costanza e linearità di azione: volendo differenziare sono disponibili il gruppo con stecher alla francese o l’eccellente 3 leve Match. Il caricatore in sintetico unisce robustezza e peso contenuto: accoglie 3 cartucce e altri sono disponibili fino alla capienza di 7 colpi. Comodo l’inserimento nella sede e lo svincolo attuato con il tastino incassato nella guardia.



La calciatura e i calibriIndica la misura del diametro interno della canna, se la can... Leggi
Come detto all’inizio del brano sull’esemplare a nostra disposizione è montata la calciatura in uno speciale materiale sintetico e con una particolare struttura interna che garantisce l’indeformabilità: forme e stile decisamente funzionali con l’impugnatura a pistola e, soprattutto, l’appoggia guancia regolabile in elevazione per aver l’occhio ben posizionato nell’ottica e il viso fermo sul dorso. Nella calciatura in noce questo componente è rivestito di un materiale sintetico dal tocco soffice.
E’ già disponibile questa ampia varietà di calibri: .223 Rem. – .243 Win. – .270 Win. – 6,5×47 Lapua – 6,5×55 SE – 6,5 Creedmoor, .30-06 Sprg. – .308 Win. – 7 Rem. Mag. – .300 Win. Mag. cui ne seguiranno altri a breve. Parimenti è prevista in un prossimo futuro la misura ridotta dell’azione per le cartucce di minor lunghezza, quindi la classica differenziazione fra le serie analoghe al .300 Win. Mag. o il .308 Win.
Decisamente interessanti le quotazioni al pubblico iva inclusa, e il peso posto sin dall’inizio come uno dei due obiettivi primari: 930,00 € e 2.800 g per il modello Rover Hunter fino al massimo di 1.530,00 € e 3.300 g del Rover Scout.



L’ottica e la prova di tiro
Un cenno al cannocchiale Sight Mark Mod. Citadel 3-18×50 che abbiamo sondato a fondo in una precedente esperienza con il nuovo kipplauf SKL20, sempre della Sabatti: ci ha pienamente soddisfatti sia per la qualità ottica che per la meccanica con presa dei click sempre precisa. Superfluo sottolineare come l’ampia gamma di ingrandimenti consenta tiri ravvicinati come ingaggi di bersagli a 300 metri e anche ben oltre.
Con questo ausilio sono stati sparati a più mani alcuni colpi alla distanza di 100 m con l’eccellenza del trifoglio realizzato con le attuali Fiocchi EPN, punta in plastica espansiva e peso di 150 gr: risultato mirabolante con cartucce di prezzo contenuto. Un poco più aperta, ma sempre nel pollice, la rosata ottenuta con le più care Fiocchi Extrema Rifle Hunting, palla SST punta in polimero e peso di 180 gr. La rigatura lavora bene anche così, ma si nota la differenza dai pesi inferiori più in sintonia con il passo prescelto.
Dopo le diverse prove possiamo constatare come la Nuova Rover sia un fucile equilibrato in tutto: nel peso, nella maneggevolezza, nell’assetto allo sparo e, da ultima, ma non ultima anche nella quotazione.
Dida
001 – L’azione della Nuova Rover rivela un disegno compatto, gradevole e personalizzato in particolare nel manubrio con pomolo sostituibile secondo le esigenze
002 – Sul fianco destro del castello, dietro allo scasso per il manubrio, sporge la leva della sicura a due posizioni: inserendola si bloccano l’apertura, lo scatto e il percussore di cui si nota il codolo sporgente dal tappo apicale quale avviso di meccanica armata
003 – Fianco sinistro del castello con la modellatura a ribasso della parte centrale fra anello e ponte: apprezzabili i caratteri grafici con cui sono riportate le nitide scritte aziendali. Proporzionata la dimensione del cannocchiale Sight Mark Citadel 3-18×50
004 – L’apertura posteriore del castello con il dente di sgancio sul fondo e quello di svincolo otturatore sul fianco. Sopra al ponte si nota una parte dello spezzone di slitta Picatinny ricavato di fresa dal particolare
005 – Nella guardia arrotondata è inserito il grilletto, giustamente arretrato così da venir raggiunto in posizione corretta anche da chi ha mani piccole. Nel rebbio anteriore sporge il tastino a bilanciere per lo sgancio del caricatore
006 – Il caricatore in sintetico contiene tre cartucce e ve ne sono altri a richiesta con maggiore capienza: fra i pregi notiamo come sia leggero, robusto e con profili arrotondati così da non impigliarsi se lo si pone in tasca
007 – Il vivo di volata ben finito e protetto da un incavo conico è ulteriormente riparato dalla flangia avvitata sul filetto: utile per sistemare un freno di bocca o, dove previsto, un silenziatore
008 –Il calcio presenta linee classiche e funzionali con il particolare del dorso sollevabile, grazie a una brugola, per posizionare l’occhio in asse con l’ottica. Lo spesso calciolo in gomma morbida è ottimo per stemperare la sensazione di rinculo. Sullo sfondo la calciatura in legno con l’appoggia guancia in sintetico morbido
009 – L’amico Fabio con tre colpi a 100 m ha mostrato agli astanti la validità della Hunter, del Sight Mark, delle Fiocchi EPN 150 gr nonché la propria
010 – Ancora tre colpi a 100 m con le Fiocchi Extrema Rifle Hunting con palla SST da 180 gr: il passo di rigatura predilige pesi più leggeri
011 – L’otturatore è composto dal cilindro cromato di ampia sezione da cui sono ricavati a ribasso i tre tenoni frontali. Il manubrio inserito ad incastro ha il pomolo sostituibile secondo l’impiego. Il tappo apicale posteriore funge anche da scudo parafiamma
012 – Vista frontale dell’otturatore che mostra i tre tenoni a profilo arrotondato, la faccia ribassata in cui sono posti il foro del percussore, il nottolino dell’estrattore e l’unghia di estrazione incassata ortogonalmente in una delle alette
013 – Primo piano dell’oculare del cannocchiale Sight Mark Citadel 3-18×50: da sx a dx la leva per facilitare la selezione degli ingrandimenti e quella per la messa a fuoco del reticolo
014 – Le tre torrette mediane con le ghiere di regolazione a corrugamento diagonale su cui le dita fanno presa con sicurezza: a sinistra la doppia regolazione dell’intensità luminosa della croce e l’impostazione della parallasse, al centro e a destra per agire in elevazione e in deriva. Le torrette si possono impostare al proprio punto zero e gli scatti, precisi e costanti, sono in millradiant